Specimens of Sonnets from the Most Celebrated Italian Poets

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Charles Strong
John Murray, 1827 - Italian poetry - 101 pages
 

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Popular passages

Page 66 - 1 sen, ma nel suo verde ancora Verginella s'asconde e vergognosa; O più tosto parei, che mortai cosa Non s'assomiglia a te, celeste aurora Che le campagne imperla ei monti indora Lucida in ciel sereno e rugiadosa. Or la men verde età nulla a te toglie; Né te, benché negletta, in manto adorno Giovinetta beltà vince o pareggia. Così più vago è '1 fior poi che le foglie Spiega odorate, e '1 sol nel mezzo giorno Via più che nel mattin luce e fiammeggia
Page 36 - n una o 'n due Questa vita mortai, che 'n una o 'n due brevi e notturne ore trapassa, oscura e fredda, involto avea fin qui la pura parte di me ne l'atre nubi sue.
Page 89 - God ? — the stream that silver flows, The air he breathes, the ground he treads, the trees, The flowers, the grass, the sands, each wind that blows, All speak of God ; throughout one voice agrees, And eloquent his dread existence shows : Blind to thyself, ah, see him, fool, in these ! GIOVANNI BARTOLOMMEO CASAREGI.
Page 34 - 1 nome sol di Roma ancor tenete, Ahi che reliquie miserande avete Di tant' anime eccelse e pellegrine ! Colossi, archi, teatri, opre divine, Trionfal pompe gloriose e liete, In poco cener pur converse siete, E fatte al vulgo vil favola al fine. Cosi, se ben un tempo al tempo guerra Fanno l'opre famose, a passo lento E l'opre ei nomi il tempo invido atterra. Vivrò dunque fra...
Page 42 - Notte placido figlio; o de' mortali egri conforto, oblio dolce de' mali sì gravi ond'è la vita aspra e noiosa; soccorri al core omai, che langue e posa non ave, e queste membra stanche e frali solleva: a me ten vola, o sonno, e l'ali tue brune sovra me distendi e posa.
Page 40 - Borea ne' dì torbidi e manchi d'orrido giel l'aere e la terra implica; e la tua verde chioma ombrosa, antica, come la mia par d'ogn'intorno imbianchi or, che 'nvece di fior vermigli e bianchi, ha neve e ghiaccio ogni tua piaggia aprica; a questa breve e nubilosa luce vo ripensando, che m'avanza, e ghiaccio gli spirti anch'io sento e le membra farsi: ma più di te dentro e d'intorno agghiaccio, che più crudo Euro a me mio verno adduce, più lunga notte e dì più freddi e scarsi.
Page 2 - Forse di cosa che non v1 è presente, Venite voi di sì lontana gente, Come alla vista voi ne dimostrate? Che non piangete, quando voi passate Per lo suo mezzo la città dolente, Come quelle persone, che neente Par che intendesser la sua gravitate. Se voi restate per volere udire, Certo lo core ne* sospir mi dice, Che lagrimando n
Page 70 - Dianzi io piantai un ramoscel d' alloro , E insieme io porsi al ciel preghiera umile , Che si crescesse 1' arbore gentile , Che poi fosse ai cantor fregio e decoro ; E ZefBro pregai , che 1' ali d
Page 52 - Ch' ai dì men foschi trionfar del mondo; Albergo già di Dei fido e giocondo, Or di lagrime triste e di lamenti: Come posso udir io le tue dolenti Voci, o mirar senza dolor profondo II sommo imperio tuo caduto al fondo, Tante tue pompe e tanti pregi spenti? Tal. così ancella, maestà riserbi, E sì dentro al mio cor suona il tuo nome, Ch' i tuoi sparsi vestigi inchino e adoro.
Page 78 - ITALIA, Italia, o tu, cui feo la sorte Dono infelice di bellezza, ond' hai Funesta dote d' infiniti guai, Che in fronte scritti per gran doglia porte ; Deh, fossi tu men bella, o almen più forte, Onde assai più ti paventasse, o assai T...

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