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AGL' ITALIANI

IN PEGNO D' AFFETTUOSA MEMORIA

UN' ESULE ITALIANO

Nottingham 30 Giugno 1826

« Quanto mi era spiaciuto Parigi al primo aspetto, tanto mi piacque subito e l'Inghilterra e Londra massimamente. Le strade, le osterie, i cavalli, le donne, il ben essere universale, la vita e l'attività di quell' isola, la pulizia e comodo delle case, benchè piccolissime, il non vi trovare pezzenti, un moto perenne di danaro e d' industria sparso egualmente nelle provincie che nella capitale; tutte queste doti vere ed uniche di quel fortunato e libero paese mi rapirono l'anima a bella prima, e in due altri viaggi, oltre quelli che vi ho fatti finora, non ho mai variato più di parere, troppa essendo la differenza tra l'Inghilterra e tutto il rimanente dell' Europa in queste tante diramazioni della pubblica felicità, provenienti dal miglior governo. Onde benchè io allora non ne studiassi profondamente la costituzione, madre di tanta prosperità, ne seppi però abbastanza osservare e valutare gli effetti divini. ».

ALFIERI.

UN'ELEZIONE

DI MEMBRI DEL PARLAMENTO

IN INGHILTERRA

Quanto

uanto più studio i costumi, le leggi', le istituzioni dell' Inghilterra, tanto più mi convinco che sono ingiusti, ma non mal avvisati quei governi di Europa che soffrono di mala voglia che i loro sudditi visitino quest' isola di meraviglie. La libertà in pratica è ancora più bella e seducente che in teoria. L'Inghilterra è un libro che merita veramente da alcuni governi l'onore d'essere posto nell' Indice de' proibiti. Ogni pagina di esso è più eloquente di tutto il Contratto Sociale. Egli solo è la più vittoriosa confutazione dei sofismi della tirannia. Ciò poi che lo rende ancor più autorevole, si è che questo libro proibito non è un parto filosofico del secolo XVIII, ma è un codice antico, anteriore di due secoli e mezzo all' invenzione della stampa. La costituzione inglese non è un sogno platonico, è una realtà di sette secoli.

Fra le stupende cose che vidi, dappoi che la bufera politica mi trasportò su questa magica terra, una delle più interessanti e che certamente merita l'attenzione de' miei compatriotti, si è un'ele

zione di membri del parlamento. Era da lungo tempo anzioso di vedere quest'atto il più importante, il più solenne della sovranità del popolo. I libri che ne trattano, i viaggiatori che ne aveano parlato non ne aveano in me che accesa viemmaggiormente la voglia.

La fortuna volle che mi trovassi in Nottingham nel mese di giugno, quando per ordine del re doveansi nominare i membri del nuovo parlamento. Parlando l' inglese, neutrale in mezzo ai partiti familiare con molte gentili e colte persone, istrutto di ogni uso, di ogni parola tecnica da loro, ho potuto conoscere Tandamento, le particolarità e tutti quegli accidenti che succedono in un'elezione. E siccome forse una così felice opportunità è toccata e toccherà a pochi, non credo di far cosa discara agli amanti della libertà il narrare fedelmente quanto ho veduto in sì fatta occasione.

Tutti sanno, che da più di un secolo il parlamento inglese, che dapprima non durava che tre anni, è divenuto settennale; che compete al re la facoltà di scioglierlo e convocarlo a suo talento. Quantunque però la durata di un parlamento sia fissata a sette anni, essa è sempre accorciata, ed il re allo scadere del quinto o sesto anno per lo più lo scioglie di sua autorità; non già che con questo abbreviamento intenda il re di compiacere al partito dei Wighs od a quello dei Radicali che da molti anni si agitano in Inghilterra, i primi con moderate, i secondi con più ampie pretese per ottenere alcune riforme nella costituzione, fra le quali i Radicali vorrebbero quella di rendere annuale il parlamento. No, non è una condiscen

denza o cortesia del re tale abbreviazione; ma all' incontro un tratto di raffinata politica. II governo (mi conformerò all' uso inglese di lasciare in disparte la parola terribile e molte volte pericolosa di re) se prima della scadenza di sette anni scorge un' occasione a lui propizia per una rielezione parlamentaria in suo favore, seioglie anzi tempo il parlamento, onde evitare il pericolo di tempi contrarj coll'attendere fino al suo termine naturale. In quest' anno adunque (anno sesto del parlamento) ben sapendo il ministero di essersi cattivato il favore della nazione, soprattutto quello del possente numero de' commercianti colla ricognizione dell' indipendenza dell' America, dell'abolizione o riduzione di alcune tasse di guerra, coi nuovi principii di libertà commerciale, e con altre popolari misure, volle cogliere vantaggio di questa disposizione d' animi per una nuova scelta di membri del parlamento.

Fu dunque un' occasione avventurosa per me il trovarmi presente alla subitanea metamorfosi di un popolo che, tutto ordine, tutto modestia, tutto quiete e silenzio, diventa ad un tratto tutto chiasso, tutto millanteria, tutto grida e trambusto. Da un capo all' altro dell' Inghilterra, i tre partiti che da sei anni leggiermente schermivano, i Torys, i Wighs e i Radicali, in un subito si sfidano, si accusano, si calunniano; ognun di loro si affatica per nominare dei rappresentanti del lor colore. In questi giorni il mondo politico non esiste più per gl' inglesi; non si parla più di Grecia, non più di America, non più di Asia; i tumulti che per la fame in alcuni distretti erano sorti, cessano; il

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